Cosa è la plasmaferesi. Il termine aferesi (dal latino aphaeresis e dal greco ἀφαίρεσις, “eliminazione”) indica un gruppo di tecniche per rimuovere dal sangue una o più delle sue componenti, restituendo la quota che non s’intende trattenere. Plasmaferesi significa portare via dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, la parte non corpuscolata e cioè il plasma.
Utilizzo. Il plasma si utilizza nelle alterazioni della coagulazione e per la produzione di derivati (immunoglobuline, ad es. antitetano, albumina)
Quanto plasma si preleva. Bisogna prelevare almeno 500 mL di plasma fino ad un massimo di 650 mL, quantità che normalmente si possono ricavare da due o tre donazioni ordinarie di sangue intero effettuate da due o tre diversi donatori.
Meglio da un donatore. È meglio trasfondere il plasma da aferesi da un unico donatore perché non ha aggiunta di anticoagulante nella sacca in quanto meno diluito rispetto al plasma da singola unità standard; inoltre, il plasma di un unico donatore riduce per il ricevente di due-tre volte il rischio di trasmissione di malattie infettive rispetto alle due-tre unità di plasma preparate da singole donazioni di sangue intero.
Caratteristiche donatore. Secondo i Decreti Ministeriali bisogna avere almeno 6 grammi % di proteinemia, emoglobina superiore a 11,5 gr% nella donna e superiore a 12.5 gr% nell’uomo. Il peso deve essere superiore a 50 chili. Il donatore ideale per la donazione di plasma è rappresentato da un soggetto un po’ anemico o con emoglobina ai limiti inferiori della norma o portatore sano di talassemia. La donazione di plasma non riduce ulteriormente le riserve di ferro come accade invece per la donazione che include anche il prelievo di globuli rossi.
Durata della donazione. Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è condizionato dal flusso di sangue che è capace di garantire la vena e dal numero dei globuli rossi del donatore e quindi dall’ematocrito (cioè il rapporto tra la parte cellulare e la parte liquida del sangue: tale rapporto normalmente è pari a circa 45% nei maschi). Pertanto:
- tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
- tanto più alto è il numero dei globuli rossi tanto più dura la donazione
- tanto più basso è l’ematocrito tanto meno dura la donazione.
- Il tempo di donazione pertanto può variare da 30 minuti a 60 minuti.
Tempo di recupero del plasma. Da un punto di vista del volume ematico il recupero è pressoché immediato, soprattutto se il donatore viene compensato con infusione di soluzione fisiologica durante la fase di restituzione delle cellule, o se viene invitato a bere sia durante che dopo la donazione. Per quanto riguarda il recupero delle sostanze che si trovano nel plasma il reintegro totale si ha per tutte, in tre giorni, con dei tempi un pò diversi per le varie proteine; in particolare:
- fattori della coagulazione e fibrinogeno: recupero in 24 ore
- immunoglobuline : recupero in 48 ore
- complemento c3: recupero in 48-72 ore
Attivazione procedura. La procedura viene attivata o secondo la programmazione della singola Struttura Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
Funzionamento separatore a flusso discontinuo. Il separatore funziona a fasi alterne: una prima fase in cui preleva il sangue avviandolo in un contenitore (campana) che gira e consente per centrifugazione di separare le varie cellule, grazie al loro peso specifico, dal plasma; man mano che la campana si riempie di cellule il plasma viene avviato in una sacca di raccolta; quando la campana è piena di cellule cessa di girare e di inviare plasma alla sacca e comincia una seconda fase in cui si interrompe la fase di prelievo e comincia la fase di reinfusione per la restituzione al donatore di tutte le cellule per le quali non era stato programmato il prelievo.
In questo caso la reinfusione viene effettuata utilizzando la stessa via di accesso utilizzata per il prelievo del sangue intero. Esistono inoltre anche separatori cellulari a flusso continuo che contemporaneamente permettono il prelievo del sangue intero e la reinfusione dei globuli rossi: in questo caso è necessario utilizzare due vie di accesso, una per ogni braccio del donatore.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si chiama ACD–A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse, bloccherebbe otturandoli tutti i circuiti e impedendoci qualunque prelievo. L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di circa 15 minuti.
Per una plasmaferesi con un separatore a flusso discontinuo occorrono da 2 a 3 cicli per una durata che va da 30 a 45 minuti. Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso discontinuo.
Effetti somministrazione ACD-A. La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto collaterale che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione dei livelli del calcio. In alcuni casi basta ridurre la velocità di reinfusione. Qualora il disturbo dovesse prolungarsi per qualche minuto basta somministrare un po’ di calcio e questo piccolissimo fastidio scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche italiane, una compressa di calcio viene somministrata preventivamente.
Farmaci e controindicazioni. Esistono farmaci, emoderivati o vaccini che controindicano per un certo tempo la donazione di plasma così come la donazione del sangue intero per un certo periodo. Pertanto bisogna ricordare di dichiarare al medico selezionatore l’assunzione di qualunque farmaco perché si possa valutare l’opportunità di un eventuale rinvio della donazione.
Fraquenza donazione del plasma. È possibile donare il plasma in aferesi secondo la legge Italiana ogni 14 giorni ovvero dopo 1 mese dalla donazione di globuli rossi.