Cosa è la Piastrinoaferesi. Il termine aferesi (dal latino aphaeresis e dal greco ἀφαίρεσις, “eliminazione”) indica un gruppo di tecniche per rimuovere dal sangue una o più delle sue componenti, restituendo la quota che non s’intende trattenere. Piastrinoaferesi significa portare via dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, le piastrine.
Utilizzo. Le piastrine si utilizzano in caso di emorragie.
Quante piastrine si prelevano. Per ottenere un concentrato piastrinico valido bisogna prelevare almeno 3x10e11 pari a 300 miliardi di piastrine che normalmente si possono ricavare da sei concentrati piastrinici preparati da sei donazioni ordinarie in sacca effettuate da sei diversi donatori.
Meglio da un donatore. È meglio trasfondere un concentrato piastrinico da aferesi prelevato da un unico donatore perché le piastrine che provengono da un unico donatore sono immunologicamente tutte uguali e ciò riduce di sei volte il rischio di rigetto; inoltre, riducono per il ricevente il rischio di trasmissione di malattie infettive rispetto alle piastrine preparate da singole donazioni ordinarie.
Quantità minima. Per poter essere ammessi alla donazione di piastrine, secondo i Decreti Ministeriali bisogna avere almeno 150.000 piastrine per μL di sangue.
Durata della donazione. Il tempo di donazione di piastrine non è uguale per tutti in quanto è condizionato dal numero delle piastrine del donatore e dall’ematocrito (l’ematocrito è la parte cellulare rispetto alla parte liquida del sangue che normalmente è pari al 45% nei maschi) nonchè dal flusso di sangue che è capace di garantire la vena. Tanto più alto è il numero delle piastrine tanto meno dura la donazione. Tanto più basso è l’ematocrito tanto meno dura la donazione. Tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione. Il tempo di donazione pertanto può variare da 40 minuti a 90 minuti.
Vita media piastrine. Le piastrine hanno una vita media di 3-4 giorni ed il recupero nel donatore avviene in poche ore.
Procedura prelievo. La procedura di prelievo viene attivata o secondo la programmazione della singola Struttura Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
Funzionamento separatore a flusso discontinuo. Il separatore a flusso discontinuo funziona a fasi alterne:
- una prima fase in cui preleva il sangue avviandolo in un contenitore (campana) che gira e consente per centrifugazione di separare le varie cellule grazie al diverso peso specifico che hanno; le piastrine assieme ad un pò di plasma vengono convogliate in una sacca di raccolta;
- una seconda fase in cui la campana contenitore essendo piena di globuli rossi e bianchi;
- si ferma, si interrompe la fase di prelievo e comincia la fase di reinfusione per la restituzione al donatore delle cellule e del plasma per i quali non era stato programmato il prelievo.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si chiama ACD –A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse, otturerebbe tutti i circuiti impedendo qualunque prelievo. L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di circa 10 minuti. Per una piastrinoaferesi occorrono da 4 a 6 cicli per una durata che va da 40 a 60 minuti. Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso discontinuo.
Effetti somministrazione ACD-A. La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto collaterale che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione dei livelli del calcio. In alcuni casi basta ridurre la velocità di reinfusione. Qualora il disturbo dovesse prolungarsi per qualche minuto basta somministrare un pò di calcio e questo piccolissimo fastidio scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche Italiane, una compressa di calcio viene somministrata preventivamente.
Farmaci e controindicazioni. Vi sono farmaci che, se assunti, disattivano le piastrine e non le fanno più funzionare per un certo periodo. Il più tipico di questi farmaci è l’aspirina che anche se assunta 7 giorni prima riduce la funzionalità piastrinica rendendo vana la donazione. Anche i farmaci antiinfiammatori (FANS) espletano tali effetti. Pertanto bisogna ricordare di dichiarare al medico selezionatore l’assunzione di tali farmaci che, anche se banali, svolgono un’azione che disattiva le piastrine.
Frequenza donazione delle piastrine. È possibile donare le piastrine, secondo la legge italiana, 6 volte l’anno e comunque dopo almeno un mese dalla donazione di sangue intero o quattordici giorni da un’altra donazione di piastrine.